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Arte e cultura

Si consiglia di iniziare la visita partendo dalla parte alta della città in cui sono presenti i più importanti monumenti romani, risalenti al I - II sec. d. C..
A pochi passi dal Foro troviamo i resti di un tempio con semicolonne e paraste; poco distante un edificio termale, di cui rimane il frigidarium, adorno di mosaico a tessere bianche e nere, di pregevole e raffinata fattura, che trae ispirazione dal mondo marino.
Il teatro, di cui rimangono cospicue e significative testimonianze, determina la curvatura delle abitazioni costruite sopra i resti romani.
La piazza medievale, nel cuore della città ed il cui assetto risale ai secoli XII -XIII, sintetizza nelle sue armonie architettoniche la forza dell'egemonia comunale a cui si contrappone il potere ecclesiastico.
Il Palazzo dei Consoli (1270), adorno di bifore gotiche, con un’ampia loggia coperta da volte a crociera, ospita dal 1886 il teatro F. Torti, decorato da Domenico Bruschi e Mariano Piervittori.
Accanto, nella chiesa di San Silvestro (1195), costruita dal maestro Binello, è possibile scorgere tutte le caratteristiche dello stile romanico.
La facciata, incompiuta, con al centro un bel portale ornato da fregi, è sormontata da una trifora e due bifore.
L’interno, di severa semplicità, è a tre navate con il presbiterio rialzato sulla cripta.
Di fronte è la Chiesa di San Michele, edificata dallo stesso Binello, insieme a Rodolfo, pochi anni più tardi: presenta sulla facciata un bel portale ornato da capitelli e da fregi in tre ordini; l’interno, a tre navate, con il presbiterio rialzato e ampia cripta, conserva un Crocifisso (XV sec.) con sagome lignee raffiguranti la Madonna, la Maddalena e S. Giovanni, attribuite al Providoni; in un vano attiguo al presbiterio, è conservata la statua d’argento di S. Vincenzo di Peter Ramoser (1785), preceduto dalla effige processionale del Santo (1638) posta all’ingresso. Ancora sulla piazza, la Chiesa di S. Domenico e Giacomo, sorta nel 1291 su un oratorio donato dal Comune al Beato Giacomo Bianconi, quale riconoscimento per l’opera di ricostruzione di Bevagna, dopo l’assedio di Federico II.
La facciata ha un bel portale con lunetta affrescata.
L’interno è a navata unica, con altari settecenteschi ornati da paliotti in scagliola e dipinti del bevanate Ascensidonio Spacca, detto il Fantino (XVI sec.).
Da notare ancora un importante ciclo di affreschi del ‘300 e sculture lignee (Madonna con Bambino e Crocifisso) della fine del ‘200.
Sull’altare, urna con il corpo del Beato Giacomo.
Il chiostro è decorato con la storia della vita del Beato, opera di Giovan Battista Pacetti.
Risalendo il corso Matteotti, già Via Flaminia, si incontra il Municipio (Palazzo Lepri), costruito da Andrea Vici (fine ‘700).
Lungo la scala, ricca collezione di reperti archeologici.
La Sala del consiglio è decorata da Mariano Piervittori (1867).
Nella Pinacoteca, cassa lignea del Beato Giacomo, opera del Fantino (1589), Madonna col Bambino di Dono Doni, Sacra Famiglia di Corrado Giaquinto, opere del Camassei e del Lamparelli.
Interessanti le chiese barocche del monastero di S. Margherita e di S. Filippo.
La prima conserva una bella pala di Andrea Camassei, un affresco del Fantino (1592) ed una suggestiva Scala Santa del Providoni; nella seconda, una elegante decorazione a stucco ed affreschi attribuiti a Domenico Valeri (1757).
Sul luogo più alto della città sorge la Chiesa di S. Francesco (fine del XIII sec.), con un elegante portale polistilo.
L’interno, ad una navata, completamente rinnovato nel XVIII secolo, conserva dipinti di Dono Doni e del fantino. Accanto all’altare, la pietra su cui poggiò S. Francesco per predicare agli uccelli a Pian d’Arca. Notevole la cupola con terrecotte invetriate.

Musei e gallerie d’arte.
Museo di Bevagna: C.so Giacomo Matteotti 70, tel. 0742/360081.

Il Museo di Bevagna, aperto al pubblico il 30 marzo 1996, costituisce il primo nucleo di un più ampio progetto che interesserà l’intero Palazzo Lepri, come centro didattico - culturale.
Testimonianza diretta della realtà territoriale cui appartiene, il museo diventa tappa fondamentale nell’itinerario per la conoscenza dei cosiddetti “centri minori “di cui tutta l’Umbria può andare orgogliosa. Il primo ambiente è quello riservato alla biglietteria, bookshop e guardaroba, ove è allestito anche un punto di documentazione informatizzato, utilizzabile sia dai visitatori che dalle scolaresche.
Il Museo è articolato in tre sezioni: una sezione archeologica, con reperti di età arcaica, repubblicana e imperiale; una sezione documentaria rappresentata da documenti pergamenacei medievali ed una sezione pittorica con dipinti databili tra XVI e XVIII secolo provenienti dalle numerose chiese della città, di Dono Doni, di Corrado Giaquinto da Molfetta, di Joseph Esperlin dei bevanati Andrea Camassei e Ascensidonio Spacca, ed altri artisti locali testimoni della produzione pittorica e della devozionalità locale.

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